Happy Birthday!
Quarant'anni fa usciva "The piper at the gates of dawn", il primo album dei Pink Floyd, una summa di rock, fantasy, esperienze lisergiche dei favolosi sixties. La formazione floydiana è quella con Rick Wright,Nick Mason, Roger Waters e Syd Barrett autore di quasi tutto l'album. Ho scoperto quest'album nel 1993 (avevo 15 anni) e al primo ascolto non mi ha entusiasmato più di tanto anche perchè lo trovavo una via di mezzo tra i Beatles ed i Doors. A distanza di pochi mesi mi sono dovuto ricredere: più lo ascoltavo, più mi rendevo conto della maestosità delle canzoni come Astronomy Domine , pezzo di apertura dell'album, capolavoro di slide guitar, narra di un esperienza lisergica intrapresa da Barrett. Per la stesura del testo Barrett ha utilizzato un trattato di astronomia mentre le tastiere di Wright creano quel tappeto stellare che fa da sfondo al trip sonoro che i Floyd consegnano alla nostra mente.
Penso anche a Pow R. Toc H., altro colpo di genio di Barrett e soci in cui un intro di sovraincisioni di voci fa da ipnotico riff di apertura quando ad un tratto il basso di Waters, ripetuto fino alla fine della canzone, funge da tappeto ritmico all'improvvisazione, piuttosto jazzata, del piano di Wright.
L'album si chiude con un capolavoro barrettianio, Bike il cui testo allude a ad una storia di amore cantanta da Barrett qui nella veste che più gli si addice, quella del menestrello.
Oggi ho ascoltato dall'inizio alla fine l'intero album e mi sono stupito della sua giovinezza interiore: 40 anni e non sentirli. Oggi Barrett non è più tra noi ma ci ricorda con i suoi album (questo in particolare) la sua grandezza. Adesso probabilmente è lì che ci guarda dalle porte dell'alba mentre suona il suo piffero.
PS: ecco un bel sito dove troverete le traduzioni dell'intero album.
1 Comments:
ma non sei stato al concerto di Morricone? ce ne parli cortesemente?
Oppure libera questo spazio web!
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