LIVE AT FENICE part II
"Non ho nemmeno un seme quando comincio, è come partire da zero"
Keith Jarrett
Molti mi hanno chiesto :"Beh, com'è stato il concerto di Jarrett alla Fenice?" ed io mi sono trovato alquanto imbarazzato perchè, francamente, di emozioni me ne ha suscitate diverse, ma nel descriverle mi trovavo spiazzato. Come poter descrivere un evento simile. Come si fa a trovare le parole giuste che possano rendere l'idea di quello che quella sera i presenti hanno sentito. Dire "bello" è riduttivo, dire "bellissimo" è frase fatta. Sentire Keith Jarrett è una esperienza personale, intima, quasi religiosa. Prova di questo fatto è che la stessa sensazione si prova ascoltando i suoi dischi. Vederlo dal vivo è diverso naturalmente: si ha l'idea che il piano sia un prolungamento delle sue mani, delle sue braccia ed anche qui si conferma la sensazione dell'intimità della musica provata dall'artista, in questo caso. 3000 persone circa, ma in realtà Jarrett è riuscito a dialogare personalmente con tutti, individualmente, creando per il pubblico una campana sonora sotto la quale, ognuno dei presenti, si è isolato e si è fatto ipnotizzare dall'armonia della tecnica e dalla perfezione della poesia.Trovo anche assurdo continuare questo post poichè ho scoperto, grazie a questo concerto, l'impossibilità di descrivere una sensazione o un emozione. Vi rimando all'ascolto del disco (non appena ho nuove a tal proposito, ve le comunicherò).
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